ABOLIZIONE SURROGA, PAOLA MATTEO COMMENTA LA SENTENZA

“Come può un arbitro cambiare le regole del gioco a partita in corso?”. E’ questo l’amaro commento di Paola Matteo, ex consigliera regionale dopo che la Corte di Cassazione ha accolto il suo ricorso

La Matteo, prima dei non eletti nella lista Orgoglio Molise nel 2018, nella scorsa legislatura era entrata in Consiglio in virtù del meccanismo della surroga, per prendere il posto di Vincenzo Cotugno, nominato assessore regionale. Nell’aprile 2020, però, il meccanismo della surroga era stato cancellato attraverso una legge regionale e i consiglieri supplenti erano stati costretti a lasciare il Consiglio Regionale. “Seppur nulla e nessuno mi potrà restituire il tempo perso e il danno subito – ha dichiarato in merito Paola Matteo -, sono comunque soddisfatta di aver combattuto una lunga ed estenuante battaglia volta all’affermazione di un principio sacrosanto: le regole del gioco non si cambiano a gara in corso. Dovevo combattere per i miei figli, i miei alunni e, soprattutto, per i cittadini, che avevano visto leso il loro diritto di essere rappresentati da chi avevano scelto in cabina elettorale. Non si cambiano le regole del gioco durante una partita: è illegittimo. Ed è stato accertato. Su questo almeno dovremmo tutti convenire. Vi fidereste, infatti, di un arbitro che, a partita in corso, decidesse di cambiare le regole del gioco? In una regione seria, questo non dovrebbe certo accadere. Per tale motivo, insieme ai colleghi Tedeschi, Scarabeo e Di Sandro, sempre al mio fianco, e ai miei avvocati Zezza, Ruta e Romano, che ringrazio per la loro professionalità, non ci siamo mai arresi. È stata una battaglia di principio. Da mamma e da insegnante, avevo il dovere di dare il mio contributo e, soprattutto, di dare un esempio educativo corretto e di combattere per i valori in cui credo. I giovani non hanno bisogno di sermoni ma di esempi di onestà e piccoli grandi gesti di coraggio, perché come diceva Ernest Hemingway “il mondo è un bel posto e vale la pena combattere per esso”.
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