Nei giorni scorsi il comitato promotore del referendum per l’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo ha consegnato in via Berta le 5236 firme raccolte negli ultimi mesi. Come passi iniziali dell’iter burocratico, l’Ente provinciale dovrà elaborare un’istruttoria tecnica sulla validità delle sottoscrizioni presentate. Successivamente, dovrà essere predisposta la proposta di deliberazione di competenza del Consiglio provinciale sull’avvio della procedura per l’indizione del referendum come da art. 132 della Costituzione.
Sulla questione è intervenuto il Presidente della Provincia di Isernia, Daniele Saia.
“La proposta di unire la nostra provincia all’Abruzzo – ha spiegato – non è calata dall’alto, dalla politica e dai palazzi di governo. Bensì, si tratta di una richiesta partita dal popolo e in particolare dal comitato guidato da Libero Antonio Bucci. Occorrono valutazioni profonde sulla questione, valutazioni che sappiano cogliere le dinamiche socioeconomiche dei nostri territori. Sarò chiaro: la proposta di annessione rischia di essere un’operazione puramente simbolica. Vi invito a riflettere su un tema in particolare: il Molise e l’Abruzzo fanno i conti ogni giorno con il declino demografico. La popolazione – ha continuato Saia – diventa sempre più anziana e i giovani vanno via per lavoro o per studio. Il problema principale, quindi, è legato allo spopolamento e non ai confini territoriali. Quello di cui c’è veramente bisogno per lo sviluppo sono le persone, il motore su cui si basa la crescita. Come pensiamo che una nuova cartina geografica possa risolvere questo problema? Quando si amministra, bisogna ricordare che 1+1 non fa sempre 2. Unire territori che hanno gli stessi identici problemi potrebbe non portare alla soluzione. Anzi, l’accorpamento potrebbe causare ulteriore disagio per i cittadini. Esiste il rischio che i principali centri decisionali restino concentrati nelle grandi città abruzzesi come da attuale conformazione, lasciando così il nostro territorio ancora più isolato, privo di servizi e di istituzioni vicine ai cittadini. Saremmo margine del margine. I processi di integrazione, poi, durano anni. Nel periodo di transizione – ha commentato il vertice di via Berta – incertezze burocratiche e amministrative potrebbero danneggiare ancora di più un territorio già in difficoltà come il nostro. Inoltre, se la provincia di Isernia passasse all’Abruzzo, la provincia di Campobasso si troverebbe sola in Molise e non avrebbe alcuna ragion d’essere. Con pochissima popolazione e poche risorse economiche non riuscirebbe a sostenersi. E allora, quello che bisogna tornare a chiedere con forza, è che il Governo stanzi più risorse a favore del Sud. Non prendiamoci in giro – ha concluso il Presidente – per combattere lo spopolamento occorrono investimenti mirati sulle infrastrutture di collegamento, sulla sanità, sulle scuole e sulle aziende. Va pensato un disegno per il Meridione che risollevi tutte le aree interne e dia dignità ai territori”.