Riguardo il ddl sull’autonomia differenziata appena approvato dal consiglio dei ministri, il governatore del Molise, Donato Toma, non ha dubbi: “può essere una grande occasione a patto che sia preceduta dalla determinazione dei Lea”. Addirittura, sostiene il presidente, potrebbe essere benevolo per la Regione, perché “al suo interno vi è l’archiviazione del criterio della spesa storica, che ha fortemente condizionato il Mezzogiorno per tanto, troppo tempo».
Qualche dubbio in più su quali materie chiedere di gestire in autonomia. “stiamo riflettendo” ha dichiarato Toma. Una decisione “non agevole con un residuo fiscale negativo della Regione, anche perché – ha spiegato – prendiamo più risorse dallo Stato rispetto a quelle che rimettiamo allo Stato stesso”.
Di opinione diametralmente opposta Micaela Fanelli, capogruppo Pd in consiglio regionale, che ha definito il Disegno di Legge Calderoli una riforma del tutto “secessionista” di autonomia differenziata.
Aver eliminato all’interno del Ddl – spiega Fanelli – la dicitura relativa al criterio della “spesa storica”, di certo non basta per una definizione dei Livelli essenziali di prestazioni che, senza opportuni finanziamenti, non solo non andranno a colmare ritardo alcuno, ma sanciranno definitivamente la differenza tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Basti pensare infatti, come per garantire i Lep in tutto il Paese, solo per trasporti, scuola e sanità servirebbero come minimo 80 miliardi di euro.”
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