Il giudice del lavoro di Campobasso ha condannato l’Atm per ordine di servizio illegittimo, ponendo fine alla diatriba tra l’azienda e un autista iscritto alla Faisa Cisal Molise.
A dare la notizia – con grande soddisfazione – è stato il sindacato, supportato, in questa vicenda giudiziaria, dallo studio legale Baranello – De Iaso.
“La sentenza – riporta la nota della Faisa Cisal – per l’importanza del principio affermato e la chiarezza espositiva, merita di essere citata. Il giudice ha annullato la sanzione disciplinare di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per cinque giorni, inflitta al dipendente autista della società Atm Spa, per il mancato rispetto di una fermata del Tpl, fuori norma e priva delle necessarie autorizzazioni”.
L’oggetto della controversia riguardava l’ordine, da parte del datore di lavoro, di eseguire la fermata davanti allo stabilimento Fca di Atessa, nei confronti del lavoratore.
“Il giudice – ha spiegato il sindacato – ha ritenuto che l’ordine di servizio fosse palesemente illegittimo e contro legge, in quanto in contrasto con norme imperative sulla sicurezza stradale, per cui, in casi del genere, il lavoratore è legittimato a rifiutare le prestazioni che possono mettere a repentaglio la sua salute o incolumità. Nel momento in cui si sottolinea il rischio che deriva dalla violazione di norme di sicurezza, considerato i numerosi incidenti sul lavoro, la sentenza ribadisce l’importante principio di autotutela del dipendente. Spesso, purtroppo, non ci si rende conto che un atteggiamento datoriale illegittimo, incide significativamente sul benessere psico-fisico e morale del dipendente e spesso rimane impunito, sfociando, nei casi più estremi, in forme di mobbing. Per i motivi di cui sopra, desidereremmo anche da parte della Regione un comportamento più consono al suo ruolo, perché necessario a ricondurre il settore del TPL su binari corretti. Per tali motivi, non esitiamo ad affermare che non è possibile emettere una determina viziata da incompetenza territoriale (le fermate sono state stabilite nell’ambito della regione Abruzzo) e senza curarsi se fossero rispettose delle norme di sicurezza., chiedendo all’autista, ultima ruota del carro, di assumersi delle responsabilità penali e civili non dovute, ma nemmeno necessarie. Occorre ben altra condotta per tutelare l’utenza ed i dipendenti”.