“Il grave incendio verificatosi il 22 gennaio 2025 sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare B, al largo delle coste tra Termoli e Vasto, ribadisce ancora una volta – dichiarano Andrea De Marco e Silvia Tauro, presidenti di Legambiente Molise e Legambiente Abruzzo – i rischi connessi a questi impianti che più volte abbiamo denunciato. Nonostante l’intervento tempestivo delle autorità e l’assenza di sversamenti in mare, sono evidenti ancora una volta i pericoli nelle infrastrutture legate alle energie fossili, che continuano a minacciare il nostro territorio e la nostra sicurezza. È ora di dire basta: le risorse economiche e politiche vanno indirizzate verso lo sviluppo delle fonti rinnovabili. La sicurezza dei cittadini e la protezione dell’ambiente non possono essere subordinate agli interessi di un sistema obsoleto e dannoso.”
A un anno dall’incendio alla centrale di stoccaggio di gas Stogit di Montalfano a Cupello (CH), è la costra tra Abruzzo e Molise al largo tra Termoli e Vasto a essere ancora una volta messa a rischio dall’incendio verificatosi sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare B.
Mentre il “Decreto Ambiente” del dicembre 2024, ha ridotto la distanza minima dalle coste per le trivellazioni marine da 12 a 9 miglia nautiche, aumentando i potenziali rischi per l’ecosistema marino e le comunità costiere, i cittadini restano esposti a rischi costanti e concreti, a causa della massiccia presenza di infrastrutture a fonti fossili e delle numerose attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, come denunciato un anno fa dalla campagna C’é puzza di gas di Legambiente, proprio da questi stessi territori.
“Le Regioni, a partire dalle nostre, in questo momento devono indirizzare con forza una revisione delle politiche energetiche orientandole verso la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle comunità locali – ribadiscono Tauro e De Marco. – A partire dalle normative regionali sulle Aree idonee per l’installazione di impianti rinnovabili , che proprio in questo momento sono in discussione, è necessario garantire un futuro più sicuro e prospero per i cittadini e per il nostro prezioso ecosistema adriatico. E questo deve essere un impegno sostenuto e condiviso da tutta la politica territoriale, a partire dai Sindaci e dalle amministrazioni locali.”
Fondamentale intanto pretendere che venga portata avanti la dismissione delle piattaforme offshore nelle aree in cui i giacimenti di idrocarburi risultino esauriti o non utilizzabili, garantendo le migliori tecnologie disponibili: i costi di queste operazioni non devono ricadere ancora una volta sulle comunità e sull’ambiente.