Tre mesi dopo la sentenza di primo grado che ha condannato Gianni De Vivo a 15 anni e 4 mesi di reclusione per l’omicidio di Cristiano Micatrotta, avvenuto la notte di Natale del 2021 a Campobasso, sono state depositate in queste ore le motivazioni di quel verdetto. In 70 pagine il presidente della Corte d’Assise Salvatore Casiello spiega – come riferisce l’Ansa – le ragioni che hanno determinato quella sentenza. Esclusa l’ipotesi della legittima difesa e dell’eccesso di legittima difesa, troppo squilibrato il rapporto tra chi aggredisce a mani nude e chi dispone di un coltello con una lama di 13 centimetri, esclusa la premeditazione, è rimasta l’imputazione per omicidio volontario. La difesa aveva chiesto il rito abbreviato in fase di udienza preliminare, che non poteva essere concessa per un reato che in ipotesi prevede l’ergastolo per l’eventuale aggravante della premeditazione.
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