Dopo la pubblicazione degli articoli di Repubblica, sul caso Roberti, si è scatenata l’ennesima canea mediatica di esponenti della Sinistra, che chiedono un passo indietro del presidente. In sostanza dicono: “Roberti tornate a Termoli e togliti dai piedi”.
Chissà dove e come, gente che non ha mai lavorato in vita sua, ha trovato la forza di dare il preavviso di “licenziamento” a Roberti, sapendo che significherà restare senza prebende e poltrone per tutti.
Se Roberti va a casa, vanno tutti a casa, ma mentre il presidente un lavoro ce l’ha, loro – per la gran parte – sono nullafacenti.
La seconda osservazione da fare riguarda chi, fregandosene della legge, ha pubblicato alcune intercettazioni proprio di Roberti, finora solo un indagato.
Cosa gravissima. Le intercettazioni possono essere pubblicate solo a processo in corso e dopo che siano arrivate in udienza. Oggi, invece, vengono usate per scatenare una shit storm di fango mediatico su Roberti e sua moglie, innocenti fino a prova contraria e, per ora, solo destinatari di un avviso di conclusione delle indagini. Solito vizio di usare la stampa per finalità politiche. Su Roberti c’è poco o niente, roba che probabilmente verrà smontata già davanti al Gip, senza neanche il processo.
Fatti che risalgono al 2021, quando era sindaco di Termoli. Si tratta di un amministratore che si dava da fare per risolvere i problemi del suo territorio. Se è reato, arrestate tutti i sindaci d’Italia. Fanno tutti le stesse cose: risolvono problemi e magari sporcandosi anche le mani. Ma provateci a fare il sindaco e poi ne riparliamo. Roberti, resta dove sei e se devi fare un passo, fallo in avanti.
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