La recente sentenza del Consiglio di Stato ha messo un punto fermo nel confronto tra sanità pubblica e privata. Una contrapposizione che non esiste, perché la massima corte della giustizia amministrativa ha sancito che i servizi pubblici e convenzionati sono complementari e quando furono ideati e realizzati, sia il Neuromed che il Gemelli, la loro proiezione era interregionale, al servizio dell’Italia Centromeridionale. Oltretutto, mettere dei tetti alla mobilità attiva, ovvero ai malati che vengono a curarsi in Molise, avrebbe significato rinunciare a preziose risorse economiche. Il Consiglio di Stato lo ha ribadito: è un diritto costituzionale, ogni italiano può curarsi dove gli pare e i costi non sono a carico del Molise, ma delle rispettive regioni di appartenenza. Una sentenza forte, chiara e definitiva che – si augura l’Aiop Molise – dovrebbe finalmente porre fine alle ostilità burocratiche e giudiziarie nei confronti degli operatori convenzionati. È ora che di sanità non se ne occupino più i tribunali, ma gli operatori addetti, mentre ai politici tocca programmare la migliore integrazione possibile tra pubblico e convenzionati, servizi sanitari assolutamente complementari tra loro, per il bene della collettività.
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